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Yoga negli archetipi del femminile: le dee dell'emisfero celebrale destro

Un viaggio dalla psicologia alla simbologia dello Yoga Ratna, con accenni alle neuro-scienze per ricostruire il cammino di evoluzione del femminile dentro ognuno di noi, oltre agli stereotipi di genere e alle dipendenze culturali, in analogia con il simbolismo degli elementi e dei Chakra.

"Io non sono ciò che mi è capitato di essere. Io sono ciò che ho scelto di diventare". cit. Carl Gustav Jung


YOGA CAMMINO DI LIBERAZIONE

Il cammino di conoscenza dello yoga nella sua concezione primigenia intende liberare l'uomo dal "VELO DI MAYA", ossia l'ottundimento della mente ad opera dell'inganno delle percezioni che impediscono di percepire la realtà per quello che è nella sua interezza e unione, cioè di arrivare alla verità. Le percezioni ingannano l'uomo, focalizzando l'attenzione sulla parte perdendo la visione globale, portando a dividere e separare piuttosto che collegare e connettere. Le percezioni, cioè, filtrano il nostro contatto con il mondo attraverso schemi appresi e memorie che ci allontano dalla realtà. Lo scopo del questo cammino di liberazione, invece, è quello di portare l'individuo a scoprire o riscoprire la PRIMA TRA TUTTE LE VERITA', ovvero SE STESSI NELLA PROPRIA INTEREZZA, ciò che che realmente è al di là degli sforzi per aderire a modelli e schemi e oltre l'immagine di sé che il mondo ha. Entrare in contatto con la propria verità attraverso lo yoga, non significa quindi solo tornare a liberare la propria energia ma soprattutto far emergere le proprie RISORSE e il proprio PENSIERO CREATIVO, UNICO, IRRIPETIBILE, ORIGINALE. Questo processo di liberazione avviene lavorando sulla CONSAPEVOLEZZA ossia sull'allenamento di una COSTANTE PRESENZA MENTALE in ogni momento della pratica, la quale in questo modo supera l'esercizio fisico per diventare YOGA ossia UNIONE DI CORPO, MENTE E SPIRITO. Questa ESPERIENZA DI CONNESSIONE, che non è possibile realizzare in maniera cognitiva ma solo tramite la PRATICA DIRETTA e il mettersi DIRETTAMENTE IN GIOCO, forma nell'individuo mattone su mattone una nuova consapevolezza di sé che libera risorse e potenzialità.


IL CONCETTO DI DIPENDENZA NELLA NOSTRA VITA

Ma entriamo maggiormente nel merito di ciò che preclude nella nostra quotidianità, la possibilità di liberare la propria autenticità. Innanzitutto è bene partire dal presupposto che lo yoga NON ESPRIME ALCUN GIUDIZIO MORALE o etico rispetto alla condotta umana, salvo RILEVARNE GLI ASPETTI DISFUNZIONALI. Come afferma il buddismo le principali dipendenze nella vita dell'uomo si identificano a quattro livelli: corpo, ego, relazioni, idee. Questi quattro aspetti della vita umana rappresentano contemporaneamente BISOGNI INALIENABILI MA ANCHE DIPENDENZE. Qual'è il confine tra queste due dimensioni? Il confine è il BEN-ESSERE ossia l'UNITA' ARMONICA DELLA PERSONA. Ogni POLARIZZAZIONE su una di queste dimensioni, come direbbe Jung a scapito delle altre, porta DISEQUILIBRIO, scompenso e lo squilibrio innesca dipendenza. Ma quale tipo di dipendenza intendiamo? L'uomo, infatti, in quanto essere biologico, non può smettere di nutrire il corpo; in quanto persona, non può non avere una personalità e un ego; in quanto essere sociale, non può smettere di rapportarsi agli altri; in quanto essere pensante, non può smettere di avere delle idee. Per carattere, propensione, personalità, va da sé che ognuno abbia più sviluppati alcuni di questi bisogni rispetto ad altri, quindi è sufficiente parlare di dipendenza disfunzionale quando uno di questi elementi diventa predominante sugli altri? In realtà, la misura della disfunzione sta nella misura del mal-essere proprio e altrui e nella circolarità viziosa, anziché virtuosa, delle dinamiche della vita.


INCONSCIO COLLETTIVO E CODICI AFFETTIVI

Tra i bisogni e dipendenze virtuose, potremmo così chiamarle, ci sono quelle affettive. Come abbiamo detto queste possono chiamarsi positivamente tali solo nella misura in cui generano benessere nella persona e nell'ambiente. Le teorie di Freud e Jung ci vengono in aiuto per decifrare il funzionamento di questi codici, alla ricerca dei conflitti, blocchi o ristagni che talvolta si generano in merito alle relazioni e ai ruoli che ricopriamo nella nostra vita.

Esistono infatti SIMBOLI E MITI TRASVERSALI E COMUNI A TUTTE LE CULTURE capaci di evocare RUOLI UNIVERSALI che precedono la cultura stessa. Esistono cioè CODICI RELAZIONALI ALLA BASE DI TUTTE LE RELAZIONI UMANE, indipendenti dalla cultura. Essi appartengono a quello che Jung chiamava L'INCONSCIO COLLETTIVO INNATO e TRANSCULTURALE, che ha a che fare con la natura umana in sé, accanto all'INCONSCIO INDIVIDUALE più legato al vissuto e alle caratteristiche personali. Per Jung, l'inconscio collettivo è lo stato più profondo dell’inconscio individuale, è la parte innata, una sorta di inconscio ereditario comune, come ad esempio:

  • Codice paterno -> esplorazione, sopportazione della frustrazione, autonomia, rispetto della norma, combattimento, protezione

  • Codice materno -> accoglienza, contenimento, compensazione, regolazione, nutrimento, protezione, trattenimento

  • Codice infantile -> attaccamento, fragilità, dipendenza, trasparenza, disregolazione

  • Codice fraterno -> competizione, conflittualità, cardinalità

  • Codice comunitario -> collaborante, comunicante, progetta

  • Codice Femminile -> emotivo, creativo, generativo, simbolico, analogico, induttivo

  • Codice maschile -> razionale, sintetico, decisionale, analitico, procedurale, deduttivo


DAL CODICE AFFETTIVO ALL'ARCHETIPO

Attingendo dal modello del Mondo delle idee di Platone, Jung scopre che legato ad ogni codice affettivo c'è un'ENERGIA DI PRE-ATTIVAZIONE (l'AREA PRE-MOTORIA DELLA CORTECCIA per le neuro-scienze) che rappresenta l'IMPRONTA ENERGETICA legata a quel codice, tale come è rimasta nella forma attivata dal vissuto personale. Questa impronta è detta ARCHETIPO e corrisponde alla declinazione di quel codice affettivo secondo un comportamento specifico: es. archetipo della madre accogliente, che nutre oppure del Padre che indica la direzione, etc. OGNI SIMBOLOGIA EVOCA UN ARCHETIPO, ossia l'energia sottesa dal codice affettivo rappresentato. Questa energia può essere FUNZIONALE OSSIA EVOLUTIVA oppure DISFUNZIONALE OSSIA DISTRUTTIVA: ad esempio la declinazione negativa della ‘Madre che nutre’ è la mamma iperprotettiva che impedisce al bambino di crescere. Il vissuto personale definisce l'archetipo e la nostra relazione con quel codice affettivo, definendo il TIPO DI ENERGIA FUNZIONALE O DISFUNZIONALE che ci lega ad esso.


INCONSCIO INDIVIDUALE E VALORE DEL SIMBOLO

Il simbolo per la prima volta con Freud diventa IL LINGUAGGIO DELL’INCONSCIO e L'ESPRESSIONE DEGLI INFLITTI, non solo degli eroi come nella storia della mitologia. Per questo il significato del simbolo come inteso da Freud viene spesso rimosso perché scomodo: L’INCONSCIO NASCONDE LA NOSTRA ZONA D’OMBRA in cui risiede sofferenza e dolore a contatto dei quali è difficile stare. Accanto alla zona d'ombra il SE' di Jung e l'IO di Freud, rappresentano la coscienza e la consapevolezza come il risultato del processo di formazione dell'individuo, insieme ad un terzo fondamentale elemento: L'ANIMA per Jung, il SUPER-IO per Freud, che rappresentano le esigenze morali di tipo culturale, religioso, artistico e ambientale, comuni a tutti gli individui di un certo gruppo e che risuonano nell'archetipo l'esperienza e il vissuto personale di ognuno.


POTENZA EVOLUTIVA E RISCHI DEL SIMBOLISMO NELLO YOGA

L’impronta energetica dell’archetipo, si integra nella pratica yoga con quella del simbolo attraverso l'ESPERIENZA EMOTIVA: è quest'ultima a generare TRASFORMAZIONE. Attraverso l'identificazione con simbolo, è possibile entrare in contatto con le energie degli archetipi così come sono declinati nel nostro vissuto, facendo ESPERIENZA CURATIVA che incanala positivamente l'energia secondo un processo di lavoro yogico TOP-DOWN ossia dall'evocazione in discesa verso il corpo. Ma cosa viceversa accade, QUANDO L'ARCHETIPO EVOCATO IN NOI E' TRAUMATICO? In questo caso l'identificazione può risultare destabilizzante e causare reazioni difensive più o meno consapevoli. Come può in questo caso lo yoga aiutare?


YOGA, CORPO ED EMOZIONI TERRENO DI SINTESI E CAMBIAMENTI

Partendo dal corpo, con un processo di lavoro yogico BOTTOM-UP, è possibile invertire il feedback fisico di una evocazione spiacevole, comportando LA MODIFICA DELL'EMOZIONE ATTIVATA. In un continuo ciclo BOTTOM-UP/TOP-DOWN/BOTTOM-UP da qualunque dei due processi si intenda partire, è possibile METTERE AL LAVORO LE EMOZIONI, modificando lo stato di attivazione fisico-psichico della persona. Questo percorso bidirezionale della pratica yoga basato sull'APPROCCIO TRAUMA-INFORMED, favorisce lo sviluppo di una solida RESILIENZA EMOTIVA attraverso L'EMBODIMENT, ossia attraverso la solidificazione della competenza somatica necessaria a risolvere nel corpo stesso le tracce lasciate dalle memorie dei vissuti traumatici; ove per competenza somatica si intenda l'apprendimento delle dinamiche di attivazione fisico-endocrina causata dalle esperienze relazionali, allo scopo di ricercare una loro migliore gestione. La resilienza nello yoga viene quindi allenata attraverso un COSTANTE DIALOGO TRA EMISFERI CEREBRALI nella continua integrazione soprattutto tra codici affettivi femminili e maschili.

Superando ogni stereotipo di genere, è possibile mettere a contatto IL FEMMINILE e IL MASCHILE presenti in ogni individuo, per metterli in comunicazione verso il superamento di conflitti, tensioni, formazioni reattive, ristagni e blocchi che se al contrario permangono levano costantemente energia alla persona portandola a debilitarsi ed esaurirsi nel tempo.


YOGA RATNA, IL GIOIELLO DELLO YOGA

Particolarmente lo yoga Ratna, nel metodo di Gabriella Cella, in evoluzione all' Hatha Yoga classico, ha sviluppato la CONNOTAZIONE SIMBOLICA secondo il pensiero Junghiano potenziando il LAVORO SUL FEMMINILE in merito all'arte, alla creatività, alla sensibilità ed energia femminile sottile: in una parola guardando al potenziamento dell'emisfero cerebrale sinistro. Lo Yoga nato come pratica maschile vietata alle donne, disciplina preparatoria al combattimento per portare distacco e così potenziare le risorse del guerriero in battaglia, è stato declinato dallo yoga Ratna al femminile. Mantenendo gli stessi presupposti originari, Gabriella Cella ha studiato accorgimenti per rendere praticabili posizioni maschili alla donna anche in periodi particolarmente delicati come il ciclo mestruale, la menopausa, la gravidanza. Nello Yoga RATNA il nome di ogni posizione e di ogni pratica racconta figure sacre, miti e fiabe provenienti dalla millenaria saggezza orientale e rimanda alla loro grandissima capacità evocativa. Entrare nella forma corporea dell’asana attraverso il movimento e il respiro, significa calarsi nel simbolo da essa rappresentato e mettersi in ascolto dell’eco che questo crea in noi. Nelle posizioni delle asana il corpo ci parla e se noi sappiamo ascoltarlo, possiamo cogliere ciò che ci comunica diventando più consapevoli di ciò che siamo e di ciò che proviamo. Ritrovando la centratura in noi stessi ed il contatto con le nostre emozioni, sviluppiamo consapevolezza e questo ci aiuta a gestire meglio la nostra emotività.


LE DEE DENTRO OGNUNO DI NOI: DEE DELL'ARTE E DELLA SCRITTURA

Le SEQUENZE delle DEE in particolare, lavorano nello Yoga Ratna sul riequilibrio dell’energia femminile spesso dimenticata dalla donna per lasciare spazio a quella maschile che si pensa più appropriata ad affrontare lo stress. La pratica ci insegna a ritrovare centratura ed equilibrio tra maschile e femminile, aiutando la donna a trovare forza in sé stessa senza snaturarsi e ad attingere alle proprie potenzialità femminili creative.

Una rassegna di quattro sequenze sul tema del femminile in analogia con la simbologia delle divinità femminili nella mitologia indiana, in particolare, propongono un percorso alla scoperta delle potenzialità della nostra parte femminile, al di là delle differenze di genere, in associazione ai quattro elementi Terra, Acqua, Fuoco e Aria.

  • la dea BHUMI, la grande madre TERRA che ci sostiene, riscopre la capacità di accoglienza e ascolto profondo che ci permettono di entrare in connessione con noi stessi e tutto ciò che ci circonda, lavorando sul radicamento nel chackra Muladhara;

  • la dea JALADHIJA, la dea del mare che fa scorrere le ACQUE primordiali, risveglia le forze creative, trasformative e rigenerative che abitano in noi, lavorando sull'adattamento nel chakra Svadhistana.

  • la dea SURYAA, la figlia del sole, colei che elargisce LUCE e CALORE, e SVAHA, la Signora che accende e mantiene il calore del FUOCO, stimolano la capacità di gioire e il piacere in contrapposizione alla sofferenza, lavorando sull'individuazione del sé nel chackra Manipura.

  • la dea SUPARNI, la dea-uccello d’ARIA che scende dal CIELO per proteggere con le sue grandi ali, dona il coraggio che serve per aprirci ai sentimenti scomodi e all’altro, lavorando sulla sintesi tra gli opposti nel chakra Anahata.

Buon viaggio a tutti nello Yoga e nello Yoga Ratna alla scoperta del proprio mondo emozionale!


a cura di Elena De Donato

Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️

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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Docente unica Master Giocayoga®️Care bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️


BIBLIOGRAFIA

-Yoga delle dee - Gabriella Cella Al Chamali - 2007 - ed. Fabbri

-La psicologia del Kundalini Yoga. Seminario tenuto nel 1932 - Karl Gustav Jung - 2004 - ed. Bollati Boringhieri

Y-oga Ratna un felice incontro tra oriente ed occidente - Enrica Rame - 2013 - ed. Futura

-Yung e le filosofie orientali - Barbara Barone - 2018 - ed. How2

-Donne che corrono coi lupi - Clarissa Pinkola Estés - ediz. Pickwic 2016

-Yoga e trauma: resilienza attraverso l'embodiment - Somatic Competence®️Yoga - Istituto di psicosomatica integrata - 2021

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