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Ritrovarsi grazie ai 'collateral effects' della pratica yoga

Scopriamo insieme come nelle giornate difficili, quando la fluidità del movimento e l'armonia durante la pratica yoga sembrano non arrivare mai, talvolta emerga inaspettata una vivacità del sentire che ci coglie di sorpresa e che improvvisamente cambia la polarità emotiva.

LO YOGA NELLE GIORNATE 'NO' E' CURATIVO ?

La pratica dello yoga non è una vera e propria terapia, ma capita spesso che funzioni come tale. Di fatto, nella mia esperienza personale come praticante, ancor più come insegnante di yoga, tutte le volte che mi sono trovata a portare sul tappetino una giornata difficile, un accumulo di stress oppure un bagaglio emotivo importante, è possibile trovare nella lezione una CHIAVE DI VOLTA che permette di DISINNESCARE IL CIRCOLO VIZIOSO DELLE TENSIONI CHE SI AUTOALIMENTANO, PER TROVARE UNO SPAZIO DI TREGUA: un preziosissimo, spesso inaspettato, momento di sollievo, che permette poi di entrare in recupero, trasformando in virtuosa la dinamica emotiva faticosa. E' in quelle giornate difficili, infatti, quando la fluidità del movimento e l'armonia durante la pratica yoga sembrano non arrivare mai, che talvolta emerge inaspettata una vivacità del sentire che improvvisamente cambia la polarità emotiva. Grazie all'allenamento della sensibilità verso di sé, affinato nello yoga a partire dall'ASCOLTO E CONOSCENZA DEL CORPO, ci stupisce e coglie di sorpresa quando il risveglio di sé e il superamento delle fatiche fisico-emotive arriva come effetto collaterale indiretto del MOVIMENTO CONSAPEVOLE. Non è affatto raro che il cammino di auto conoscenza a partire dal corpo nello yoga, possa sfociare nel riequilibrio della dimensione emotiva. Quando si percepisce un EFFETTO BENEFICO durante la pratica, in qualche modo si realizza una TRASFORMAZIONE interiore che fornisce la possibilità di recuperare le proprie risorse personali in termini fisici, psicologici ed energetici: questi effetti svolgono un effetto riequilibrante psico somatico ma anche fisico, che se non si può chiamare curativo in senso proprio, ha sicuramente almeno un effetto preventivo e protettivo. La trasformazione interiore è tanto più sorprendente quanto più grandi sono le fatiche che si accompagnano alla pratica sul tappetino poiché in quei momenti, al RISVEGLIO DEL CORPO SI ACCOMPAGNA UN SENSO DI RITROVATA INTEREZZA E COERENZA EMOTIVA che permette di tornare a sentire nuovamente se stessi con la pratica, in maniera unitaria, donando sollievo e riportando ad un senso di solidità e compattezza rispetto alle proprie potenzialità.


COME SI PUO' REALIZZARE L'EFFETTO BENEFICO DELLO YOGA ?

L'allenamento all'ascolto del corpo tramite il movimento consapevole via via costruisce un sapere in merito a partire dal quale è possibile man mano capire come RI-ORIENTARE IL PROPRIO STATO EMOTIVO e conseguentemente riequilibrare anche lo stato del corpo. Questo processo sedimentandosi man mano diventa un vero e proprio apprendimento che può evolversi in una vera e propria competenza in merito alla GESTIONE DEGLI STATI DEL CORPO (somatica). Questa gestione, presuppone un apprendimento avvenuto nel tempo tramite l’osservazione di sé che a partire dallo yoga si può estendere a tutti i contesti della vita quotidiana) allo scopo di formare e utilizzare una mappa delle reazioni del corpo (es. segnali di malessere o disconfort come tensioni, fastidi, irrigidimenti, formicolii, tremori, pesantezza, sudore, cambio di temperatura o al contrario segnali di benessere, leggerezza, scioglimento, apertura, senso respirare a pieni polmoni etc.. ) che ci fornisca indicazioni sul nostro stato emotivo del momento, su come stiamo in modo da poter agire, fare qualcosa (nel contesto o in noi stessi) e così poter migliorare la nostra condizione oppure (nel caso di benessere) in modo da prendere atto delle situazioni e condizioni che sono per noi positive.


COME IMPARARE A STARE MEGLIO CON LO YOGA ?

Per imparare e poi esercitare questa competenza sulla gestione degli stati del corpo, non basta quindi ‘sentire’ il corpo ma è necessario ‘ascoltarlo’ ossia FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SU DI ESSO, accorgersi cioè di ciò che sta accadendo E PRENDERNE 'NOTA' dentro di sé, rimanendo in osservazione senza farsi travolgere, dandosi il tempo di capire come dirigersi decisioni e sentire. E' interessante notare che, come la crescita della performance fisica non sia scopo dello yoga ma si possa raggiungere con la sola costanza del lavoro fisico, analogamente possa accadere che il BENEFICIO EMOTIVO raggiunto nella pratica, sia un “EFFETTO COLLATERALE” INDIRETTO NON SOLO DEL LAVORO DI ASCOLTO CONSAPEVOLE DEL CORPO ma anche della SINTONIZZAZIONE CON IL GRUPPO, ovvero di un fenomeno di CO-REGOLAZIONE EMOTIVA con la classe. Questo fenomeno si attiva attraverso il contenimento che insegnante e classe costruiscono attraverso la percezione e sintonizzazione reciproco nel contesto della routine, della ritualità e della pratica yoga.


QUALE PUO' ESSERE DUNQUE LA CHIAVE DI VOLTA, NELLA PRATICA YOGA?

Quando capita di praticare yoga in una giornata no, invero non ci sono certezze né formule risolutive definitive che possano alleviare sin dall’inizio il peso di alcuni momenti. Ma se una chiave di volta esiste soggettivamente per ognuno di noi, essa può attivarsi solo RIUSCENDO A STARE E RIMANERE NELLA PRATICA STESSA: sostanzialmente SCEGLIENDO DI NON SOTTRARSI QUANDO SI E' A DISAGIO, MA DI RIMANERE IN GIOCO. Non è scontato né facile, a volte può esserlo ancora meno di altre, in alcuni casi potrebbe essere persino intollerabile; provarci, però, dando almeno un’opportunità all’ascolto del corpo, cambia rispetto a rinunciare in partenza; da qui costanza e pazienza, costruiscono di volta in volta una base su cui la conoscenza e la gestione di sé progredisce creando man mano il suo beneficio. Le risonanze del lavoro sul corpo e sulla consapevolezza, sono ancora maggiori quando ne si possono condividere gli effetti, sia piacevoli che spiacevoli, CONVERTENDO IL VISSUTO IN RAPPRESENTAZIONE E NARRAZIONE la cui condivisione in gruppo segna uno straordinario passaggio a sorpresa, permettendo di amplificare la rielaborazione e continuare ad affinare la propria sensibilità, facendo sempre nuove scoperte.


a cura di Elena De Donato

Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️

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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Odaka yoga®️ per i disturbi alimentari, Docente unica Master GiocayogaCare®️ bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità’ per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️


BIBLIOGRAFIA

. Stephen W. Porges – La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza – Giovanni Fioriti Editore - 2018

. Brandon Adams, Mark Stephens, Margaret A. Howard - “Teaching Trauma-Sensitive Yoga: A Practical Guide” - 2018

. Stephen Cope - La saggezza dello yoga: una guida alla ricerca di una vita straordinaria - Universale economica Feltrinelli - 2009

. Riccardo Marco Scognamiglio - L’inconscio digitale: la sfida di una clinica senza soggetti - articolo 2021

. A. Baretta e M. Morbe - Somatic Competence Yoga. Dalle radici dello yoga allo yoga per l’ipermodernità - articioo 2018

. E. De Donato - Yoga nelle giornate no: scivolare nella pratica, lasciandoci sorprendere dalla saggezza del corpo - https://www.elenadedonato.com/post/yoga-nelle-giornate-no-scivolare-nella-pratica-lasciandoci-sorprendere-dalla-saggezza-del-corpo/

. E. De Donato - Yoga altamente sensibili oltre il "velo di maya" ovvero l'equilibrio nella complessità - Yoga Magazine.it 2022 - https://www.yoga-magazine.it/2022/07/yoga-altamente-sensibile-oltre-il-velo-di-maya/

. E. De Donato - Yoga nel corpo: embodiment o disembodiment? - Yoga Magazine.it2022 - https://www.yoga-magazine.it/2022/02/yoga-nel-corpo-embodiment-o-disembodiment/

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