"La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando necessario"
ct. Albert Einstein - Reposted from April 6 2020
Nonostante il cambiamento dei tempi e delle esigenze, lo yoga ha resistito a lungo alle tentazioni delle opportunità tecnologiche, per non rischiare di farsi contaminare da derive improprie che portassero la disciplina lontano dal suo senso più profondo: l'ascolto e la connessione. Il momento epocale che tutta l'umanità sta vivendo oggi con la pandemia da covid-19, però, solleva nuove e grandi questioni etiche anche per lo yoga. In un momento come questo in cui adulti, bambini, donne in gravidanza, mamme e anziani sono costretti a casa nella limitazione dei rapporti sociali, a volte nell'isolamento assoluto, nelle ristrettezze delle mura domestiche, nella limitazione del movimento fisico, nella privazione della vita all'aria aperta, a volte nella disperazione dello stretto contatto con i propri persecutori famigliari e in ogni caso per tutti nell'incertezza di ciò che avverrà in futuro, lo yoga non può sottrarsi ad interrogarsi, per lo meno, sul suo possibile ruolo nel contesto attuale.
Che praticare yoga possa essere utile in questo momento storico è indubbio. E non solo come occasione di autoregolazione nel beneficio fisico del movimento e della meditazione, ma anche come opportunità di continuare a vedersi in crescita e di confrontarsi con compagni e insegnanti. Il punto focale, è capire quanto una pratica online possa contribuire all'ascolto e alla interconnessione per potersi quindi distinguere dalla mera 'ginnastica'. Fatto salvo che muoversi e meditare sia possibile singolarmente da ognuno e che anzi lo yoga, come la mindfulness, promuovano un cammino di crescita che ai livelli più alti portino l'individuo ad emanciparsi dal gruppo e dal maestro per trovare la propria pratica personale autonoma, come è possibile collocare online l'insegnamento della pratica mantenendo i requisiti yogici ?
Facciamo un passo indietro, concentrandoci sul momento storico attuale.
TRAUMATISMO ESTESO INDIRETTO NELLA PANDEMIA
L’esposizione continua al bombardamento mediatico e dei social per la pandemia espone a non sempre consapevoli piccoli stress, piccole dis-regolazioni emotive (anche fisiche, metaboliche) che sradicano in modo reiterato l’individuo dal contesto della propria quotidianità attivando ansia, smarrimento e paura in maniera senza alcuna possibilità di riparazione o compensazione e quindi di autoregolazione; questi stati di alterazione emotiva rimangono attivi lasciando la persona in uno stato incoerente rispetto al momento presente; questi stress alla lunga possono diventare traumatici per accumulazione (somma tra loro) oppure per entità (trauma vicario ad es. per scena scioccante in un video o foto).
La pandemia inoltre ha accentuato il senso di vuoto per la mancanza di ‘contenitori sociali’ (riferimenti sociali condivisi universalmente rassicuranti) ossia di agenzie culturali ed educative che forniscano riferimenti di pensiero e prospettive in cui trovare soluzioni o perlomeno una prospettiva alle problematiche attuali, facendo al contrario emergere divergenze a tutti i livelli degli strati sociali. La mancanza di questi riferimenti rende difficile il ‘contenimento’ dell'ansia inducendo a volte disorientamento e dis-regolazione.
LO YOGA E LA REGOLAZIONE FISICA-EMOTIVA
“Reimparare ad abitare in modo confortevole il proprio corpo (…) sentirsi al sicuro nel proprio corpo” cit. Bessel Van Der Kolk (Il corpo accusa il colpo)
Lo yoga può creare un contesto sicuro in cui sentirsi a proprio agio e fare esperienze corporee e sensoriali capaci di ricostruire l'autoregolazione persa con l'alterazione emotiva indotta dall'esposizione mediatica. Questa regolazione yogica non è pura una ginnastica fisica, ma allenamento emotivo di mente e corpo che lavorano insieme in costante connessione tra loro. Senza questo requisito di sintonizzazione mente-corpo, la pratica yogica non può chiamarsi né definirsi tale. Con lo yoga infatti la mente che sposta la sua attenzione ad un piano di esperienza corporea, può osservare e rilevare reazioni fisiologiche e stati emotivi per poterli man mano rielaborare in un cammino di conoscenza di sé che cresce attraverso la pratica stessa.
LA CONNESSIONE MAESTRO ALLIEVO
“Nessun approccio funziona per tutte le persone e funziona per tutto il tempo”
cit. Brendon Adams (Trauma Sensitive Yoga)
La connessione maestro allievo e dell'allievo con sé stesso vengono stimolate nelle lezioni de visu dallo sguardo costante dell'insegnante alla classe e dallo scambio di vibrazioni che a pelle vengono trasmesse durante la pratica: la musica quando c'è, il calore e l'energia delle presenze, la luce, gli odori, i suoni nella stanza dello yoga. A casa spesso mancano le condizioni ideali per ricavare uno spazio tranquillo in cui praticare e la separazione fisica toglie le vibrazioni trasmesse quando si pratica dal vivo. Manca anche quella minima 'pressione' del gruppo capace di 'contenere' i piccoli dis-confort personali e la 'voglia di fuggire dallo sforzo', per non essere da meno degli altri. Il gruppo e la presenza de visu, in pratica, aiutano a 'stare' di più nella pratica. Manca in sostanza a casa quella regolazione dall'esterno che tra piccoli automatismi, percezioni e regole di gruppo più o meno implicite favorisce e rende più facile normalmente la concentrazione di ognuno sulla pratica. Ma quale sfida e occasione, allora, può essere invece praticare yoga da remoto per focalizzarsi ancor più su di sé, condotti dalla guida online dell'insegnante ? Un'invito quindi a scoprire un modo ancora più profondo di praticare, faccia a faccia con sé stessi come ulteriore passo in avanti nel cammino di crescita yogica.
IL CONFRONTO E RIFERIMENTO IN UNA COMUNITA' VIRTUALE
Quando il rapporto numerico ancora lo consente, la pratica online è occasione di confronto con l'insegnante e contatto tra allievi rispondendo proprio al bisogno di contenimento sociale. Esattamente come nel caso dei social, nella loro accezione migliore ovviamente, sentirsi, dialogare, confrontarsi apre l'animo sollevando dal senso di solitudine e di isolamento contribuendo a costruire un senso di appartenenza comunitario fondamentale non solo in quanto esseri umani sociali, ma anche come riferimento nel quale ritrovare integrità e coerenza in contrasto al senso di frammentazione e disgregazione indotto dai media.
CONTENIMENTO AI TEMPI DELLA PANDEMIA
“Le sequenze (YOGA) sono progettate per creare un ritmo tra tensione e rilassamento che i pazienti impareranno a percepire nella loro vita, giorno dopo giorno” . cit. Bessel Van Der Kolk (Il corpo accusa il colpo)
Con l'ausilio della tecnologia, lo yoga può mantenere anche la sua funzione di contenimento di ansia e panico nella connessione ad una dimensione più grande di noi, una dimensione più spirituale, che ci restituisce una prospettiva più universale e nello stesso tempo che aiuta a ritrovare il nostro momento presente. La mente e l'emotività si calmano, l'animo si apre all'ascolto, alla sintonizzazione e così si ricostruiscono i presupposti verso una ritrovata fiducia interiore.
LE RISPOSTE ALLE ESIGENZE CONNESSE ALLA PANDEMIA
Lo yoga quindi aiuta a combattere senso di smarrimento e disorientamento, perdita del senso del tempo, lavorando proprio a partire dal corpo al radicamento su qui e ora. Riportando quindi la mente al contesto, ossia al corpo, che, quanto mai negato in questo periodo di restrizione chiede di essere risvegliato dall'insensibilità, dal distacco e dall'ottundimento attraverso un lavoro in sincronia corpo mente. Nella centratura e nel ritorno al qui e ora, il tempo finalmente si ferma, si amplifica, riprende il senso e i confini del corpo, dell'emozione di un respiro profondo, nel sapore dell'aria che entra da una finestra aperta; ansia e dis-regolazione emotiva si placano, la mente rallenta la morsa dei pensieri, si distende e ritorna creativa e rielaborativa.
REPLICAZIONE DELLA PRATICA IN DIRETTA, OFFLINE
"Scopo tradizione dello yoga (…) consiste nell’auto-liberazione e (…) nella liberazione della persona da una definizione di sé limitata o falsa (…) rivolgere l’allievo verso la sorgente ultima della cura e dell’attenzione, il Sé Universale (…) ” cit. Donna Fahri (Insegno Yoga)
Il problema della replicazione dei contenuti delle pratiche online lontano dalla diretta, per uso personale fuori di un contesto di lezione in classe, suscita in alcunI insegnanti perplessità e il dubbio di svilire la pratica yogica a ginnastica. Ma a questo proposito c'è un'importante riflessione da fare. Affermare che la facoltà di guardarsi dentro, nell'ascolto, nella concentrazione e nella connessione, sia prerogativa solo delle classi yoga dal vivo, significa indirettamente negare la possibilità al singolo allievo di camminare nello yoga dopo aver appreso lui stesso alcune competenze durante la pratica; significa indirettamente affermare invece la costante dipendenza dell'allievo da un insegnante o maestro, esclusiva che lo yoga stesso afferma essere una limitazione e un ostacolo alla crescita dell'allievo nel suo percorso di 'liberazione' dagli schemi e dalle apparenze.
Chi già praticava yoga dal vivo, non può che ritrovare nello yoga online altro che l'eco di ciò che già conosce e grazie ad esso riprendere il lavoro su di sé o il riferimento dell'insegnante o maestro se ne ha ancora bisogno, anche nella diminuzione sensoriale e delle vibrazioni attraverso i canali virtuali.
Chi non ha mai praticato yoga e decide di cominciare con una classe virtuale o un tutorial, forse farà un cammino più fisico e impiegherà più tempo ad entrare nello spirito dello yoga., ma se ne sentirà il beneficio lo yoga avrà già cominciato a fare il suo lavoro: un cammino di tutto rispetto comunque, in quanto il corpo e la fisicità non sono altro che il primo gradino nella scala della conoscenza di sé per uno yogini.
PIU' VARIETA' DI YOGA E DI SCELTA IN RETE RISPETTO ALL'OFFERTA SUL TERRITORIO
“Chiunque lo voglia può praticare yoga; ma nessuno può praticare ogni tipo di yoga” cit. Brendon Adams (Trauma Sensitive Yoga)
In ultimo, è sicuramente da osservare che l'offerta di classi yoga online è molto più varia e ricca rispetto a quella che spesso si trova dal vivo sul proprio territorio. Questo favorisce il ricambio di persone e soprattutto agevola l'autodeterminazione dell'allievo che ha più possibilità di scelta e di trovare il tipo di yoga che fa per lui costruendo il proprio cammino di crescita in autonomia adeguandolo alle sue esigenze del momento.
Si può temere che questo panorama porti a diminuire l'autorevolezza e l'aura del singolo insegnante, aumentando quella dei grandi maestri o degli insegnanti particolarmente prestanti e fotogenici. Alla lunga però anche nelle pratiche online, l'allievo finirà per cercare l'insegnante con cui si sente più in sintonia e in cui si rispecchia di più nella realtà superando proiezioni ideali e narcisistiche che finiscono per aumentare la sua frustrazione e il suo senso di inadeguatezza.
Un saluto e buona pratica a tutti !
a cura di Elena De Donato
Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️
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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Docente unica Master Giocayoga®️Care bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️
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