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Yoga home: il ritorno all'online in una nuova consapevolezza

"E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un altra prospettiva"

John Keating (cit. da Robin William - L'attimo fuggente)

Il nuovo acuirsi dell'esigenza sanitaria ci costringe a tornare a praticare a distanza. Per tutti un nuovo grande sospiro per prendere fiato, prima di tornare a chiuderci alle attività di gruppo. Una chiusura che ne include tante piccole altre: il viaggio verso la sala yoga, lo scambio sociale, le vibrazioni sensoriali suscitate dalla presenza fisica, il contatto attraverso l'adjustment ossia le correzioni dell'insegnante, l'occasione per uscire di casa o allontanarsi per qualche istante dall'ambiente famigliare e dalla routine quotidiana. Tutto questo ci è enormemente mancato durante i lunghi mesi di fermo dall'inizio dell'anno e la privazione torna nuovamente a presentarsi. Ma questa volta ci sono delle differenze rispetto ai primi mesi dell'anno, abbiamo in realtà guadagnato qualche posizione di vantaggio, una nuova consapevolezza.


CAMBIAMENTO A LUNGO TERMINE

Ci eravamo già detti durante il lock down nell'articolo su Yoga tecnologia ed esigenze della pandemia, che il il passaggio allo yoga online forniva la possibilità di concentrarsi maggiormente su sé stessi e di svincolarsi dal territorio per orientarsi meglio in rete sul tipo di yoga o il maestro più in risonanza con il proprio modo di sentire lo yoga. Tutto questo ha effettivamente funzionato nei mesi di fermo, senza forse però portare ad un vero e proprio nuovo adattamento perché il cambiamento era percepito come temporaneo. Con l'attuale ritorno all'online, invece, la sensazione è che questa volta il cambio di setting non solo verrà mantenuto a lungo, presumibilmente fino a primavera inoltrata, ma che, in mancanza di un vaccino risolutivo, si andrà incontro a RICORRENTI E CICLICI annuali periodi di "CAMBIO DELLA GUARDIA". Ogni anno, in sostanza, potremmo avere sei mesi "propizi" e sei mesi "in restrizione" in cui va da sé che tutti i praticanti, allievi, insegnanti e maestri, per continuare a praticare dovranno "piegarsi" alla modalità a distanza. Potremmo quindi essere di fronte ad una radicale modifica delle nostre abitudini protratta a tempo indeterminato. Il tempo è sovrano in questo processo di cambiamento per nulla scontato e banale. Il protrarsi dell'emergenza impone un adattamento che sradica convinzioni e rigidità a volte molto profonde dentro ognuno di noi. Come in ogni circostanza di sopravvivenza, la necessità non solo aguzza l'ingegno ma costringe a rivedere le priorità di tutti per motivi di forza maggiore.


IL PREGIUDIZIO TECNOLOGICO

Affrontato lo scoglio costituto dall'elemento temporale, veniamo a quello tecnologico. Yoga e tecnologia sembrano una contraddizione in termini per antonomasia. Questa antichissima disciplina tramandata oralmente e trascritta in una lunga serie di istruzioni pratiche, gli YOGA SUTRA di Patanjali, sembra non aver nulla a che fare con cavi, spine, webcam, microfoni, pc, cellulari, tablet, video e web. Eppure anche in questo si annida un pregiudizio: quello di confondere il mezzo con il fine. LA TECNOLOGIA E' SOLO UNO STRUMENTO per trasmettere lo yoga, non è certo i fine. Ma in verità, guardando ancora più profondamente, il vero strumento dello yoga non sono né, la tecnologia, né i supporti olistici come cimbali, incensi, musica, campane tibetane, tappetini, né tantomeno, a guardare bene, la lezione in presenza fisica. IL VERO STRUMENTO DELLO YOGA E' LA PERSONA E LA SUA PRESENZA CONSAPEVOLE: nel corpo, nel respiro, nella concentrazione, nell'ascolto. L'ungo la rete scorrono evocazioni, indicazioni e suggerimenti dell'insegnante che come alla moviola ripercorrono i passi del cammino di conoscenza interiore suggerito dallo yoga. L'online è solo "il filo" attraverso cui queste suggestioni arrivano al praticante. Serve quindi cambiare il nostro sguardo per re-imparare a cogliere dove è presente questo filo di connessione attraverso il quale scorre la voce che ci guida.


LASCIAR ANDARE L'ATTACCAMENTO AI SENSI

Ma se le evocazioni giungono ugualmente attraverso l'online, perché viceversa abbiamo inizialmente la sensazione che ci manchi qualcosa? Cos'è che alla fine ci manca davvero nella pratica in rete rispetto dal vivo? Ci manca sicuramente il timbro puro della voce dell'insegnante e le sue vibrazioni, ci manca il suo sguardo avvolgente, ci manca il contatto diretto nella correzione, ci manca il risuonare della musica, l'eco di voce e melodie nella stanza, la percezione della presenza delle altre persone insieme a noi, il profumo dell'incenso, l'odore della sala yoga, la luce, l'atmosfera, gli abbracci, i saluti, le chiacchiere de visu e tanto altro personale in ognuno di noi. In poche parole ci manca tutto ciò che stimola i nostri sensi DALL'ESTERNO e che via via costruisce una sorta di IMPRINTING EMOTIVO a praticare con quell'insegnante, quel tipo di yoga, in quella sala o in quel setting. Tutto questo costruisce un attaccamento dentro di noi che diventa anche AFFETTIVO. E' un ATTACCAMENTO MOLTO UMANO che traccia la salita dei primi gradini nella scala di evoluzione yogico, poiché in realtà IL VERO VIAGGIO DELLO YOGA E' DENTRO NOI STESSI: i sensi non sono altro che il primo passo.


L'ABITUDINE ALL'INTEROCEZIONE

L'online ci costringe, quindi, a COMPIERE IL SECONDO PASSO nello yoga. Quello di staccarci dalle abitudini sensoriali e dall'attaccamento emotivo a tutto ciò che è diventato imprinting yogico dentro di noi, per ENTRARE NELLE PERCEZIONI INTERNE e metterci in ascolto NON SOLO DI COSA RISUONA IN NOI MA DI COME VIBRIAMO. La pratica online in sostanza comporta una DEPRIVAZIONE SENSORIALE che attiva l'INTEROCEZIONE ossia la percezione delle INFORMAZIONI INTERNE FISICHE (respiro, battito cardiaco, visceri, temperatura, etcc...) che soprattutto EMOTIVE. Questo costituisce una straordinaria opportunità per compiere UN SALTO DI LIVELLO NELLA PRATICA: imparare ad attivare consapevolmente attraverso volontà e concentrazione, l'ascolto di noi stessi. Un salto di livello per alcuni più difficile, per altri percepito quasi come innaturale, per altri ancora invece più spontaneo con la pratica. E' l'occasione per evolvere la conoscenza di sé e per CRESCERE IN CONSAPEVOLEZZA. Un cammino non scontato, ma con due grandi vantaggi rispetto a qualunque altro CAMMINO DI CONOSCENZA DI SE':

  • che siamo noi a guidarlo, secondo i nostri tempi, secondo ciò che ci sentiamo di percorrere;

  • che nello yoga esso si realizza in uno stato di unione corpo-mente-emozioni che porta armonia, anziché nella separazione che porta sofferenza. Ossia si realizza nella nostra ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE, la zona in cui possiamo permetterci di sperimentare in sicurezza (appena oltre la zona comfort nella quale tendiamo ad adagiarci), anziché nella ZONA DI RISCHIO.

E' proprio raggiungendo una CONNESSIONE PROFONDA CON NOI STESSI, che entriamo in contatto con la nostra forza e le nostre debolezze, prendendone coscienza da un punto di vista privilegiato: L'ASSENZA DI GIUDIZIO.


LA GUIDA AL DIALOGO INTERIORE

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare"

Jiddu Krishnamurti


Via via che si sviluppa l'interocezione e la conoscenza di sé, la pratica diventa ogni volta occasione per entrare in DIALOGO CON NOI STESSI, osservandoci dall'interno senza essere travolti da ciò che sentiamo. E' una straordinaria opportunità per modificare il punto di vista con cui guardare a noi stessi e in seconda battuta al mondo che ci circonda scoprendo così un mondo interiore in cui trovare un punto di osservazione privilegiato da cui osservare i pensieri, le emozioni, lo stato del corpo, ma anche le scene vissute durante il giorno, i ricordi, tutto ciò che ci ha coinvolto e che lasciato traccia in noi.


"Il corpo ha bisogno di riposo, la mente ha bisogno di pace, il cuore ha bisogno di gioia"

Mahatma Gandhi


Una volta finita la pratica e ritornati alla quotidianità, ci ritroviamo cambiati: nel corpo che si è riequilibrato e che ha ritrovato la sua regolazione, nella mente che trova calma e quiete e nelle emozioni che si compensano liberando un senso di gratitudine verso l'esistenza e gioia di vivere. Attraverso la rete l'insegnante GUIDA QUESTO PERCORSO ALL'INTERNO DI SE' E SUGGERISCE SPUNTI PER ALLESTIRE UN DIALOGO INTERIORE IN CUI SENTIRSI COSTANTEMENTE INGAGGIATI. La pratica online è quindi un'occasione per consolidare e progredire nel proprio cammino personale, per alcuni ancora più grande della pratica dal vivo.


OCCASIONE PER L'INSEGNANTE

Anche per l'insegnante la pratica a distanza può rappresentare un'inaspettata ricchezza, favorendo una maggiore concentrazione e una crescita di livello secondo un percorso per nulla banale che porta l'attenzione verso gli allievi ad essere ancora più sottile. La deprivazione sensoriale infatti cambia i connotati della connessione con gli allievi che, sebbene inizialmente più difficile, una volta stabilita diventa una sintonizzazione ancora più raffinata che dal vivo. Ogni distrazione diventa ugualmente percepibile, così come ogni disagio. E' una sensibilizzazione che si sviluppa attraverso la pratica a distanza, esattamente come avviene per tutti i dialoghi a distanza: social, rapporti epistolari, telefonici, etcc... Per l'insegnante di yoga questa diventa occasione per esercitare la capacità intuitiva e di connessione potremmo dire "telepatica" con l'altro, acuendo la sensibilità delle facoltà intellettive e dei chakra più alti: comunicazione (quinto chakra vishuddha) e intuito (sesto chakra ajna) e costruendo una giusta distanza anche relazionale dagli allievi. La rete contribuisce a mantenere il corretto distacco dagli allievi, distacco che permette di poterli aiutare e guardare senza essere travolti dalle loro emozioni e problematiche, cosa che può capitare agli insegnanti più sensibili e o meno emotivamente schermati. La rete ricostituisce la CORRETTA DISTANZA RELAZIONALE MAESTRO ALLIEVO, necessario al mantenimento della dinamica di apprendimento. Viceversa ritornando alla pratica dal vivo, nonostante la gioia di rivedersi, può capitare di percepire la sensazione di essere sovrastati dalle sensazioni.


Re-immergiamoci quindi nel mondo della rete per portare le nostra capacità di connetterci ad un livello ancora più sottile e continuare il nostro cammino nello yoga.


Allora buona ripresa online home yoga per tutti !


a cura di Elena De Donato Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️

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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Docente unica Master Giocayoga®️Care bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️

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