Abitare il mondo attraverso il corpo, sicuri e protetti nello yoga trauma informed
- Elena De Donato
- 15 ago
- Tempo di lettura: 11 min
"Sii gentile con il tuo corpo, affinché l'anima abbia voglia di abitarlo: esso è la tua casa, è il tempio della tua anima. Tutto affronta per te e tutto custodisce. Guardalo con occhi grati"
Lo yoga ci aiuta a stare bene con noi stessi in un corpo non solo sano e armonico, ma riappacificato con il residuo emozionale lasciato dal mondo dentro di noi - Dagli atti del Convegno AIYB Yoga 2024: "Abitare il mondo come casa nostra" -

Esistono momenti durante la pratica yoga in cui ci si accorge che NON BASTA UN CORPO SANO PER STARE BENE: anche in perfetta salute e assenza di patologie franche, PUO' CAPITARE DI SENTIRSI SCOMODI NEL PROPRIO CORPO, COME IN UNA DIMORA INOSPITALE. Sono i momenti in cui la nostra fisicità si fa portatrice di sintomi normalmente nascosti, che emergono appena ci mettiamo in ascolto spostando la nostra attenzione dal mondo esterno a quello interno: SINTOMI SCOMODI MA PREZIOSI, PERCHE' E' ATTRAVERSO DI ESSI CHE IL CORPO CI PARLA usando un altro linguaggio, non verbale, fatto di sensazioni e percezioni. Ognuno di essi è un segnale in cui si annida un messaggio: è un punto di attenzione mosso dall'inconscio, un avvertimento. Fastidi, dolori, nodi o blocchi; senso di oppressione, di pesantezza o al contrario agitazione, insofferenza, ansia o ancora un disagio indefinito; tensioni, irrigidimenti, senso di bruciore e infiammazione, contratture o al contrario lassità; eccessiva sudorazione, senso di calore oppure senso di freddo o gelo, stanchezza apparentemente ingiustificata o al contrario un'irrefrenabile bisogno di muoversi, a volte voglia di esplodere. IL CORPO CI SICE CHE QUALCOSA DENTRO DI NOI CONTINUA A DISTURBARCI come memoria o residuo emozionale di un vissuto irrisolto, doloroso o scomodo: un vissuto traumatico che lo yoga lo sottopone alla nostra attenzione. La funzione della pratica è portare consapevolezza e SCIOGLIERE IL GIOCO DEL DISAGIO FISICO PER RECUPERARE IL COMFORT, nel quale il nostro sguardo interno può tornare ad aprirsi e comprendere con chiarezza e lucidità ciò di cui ci dobbiamo occupare: IL TAPPETINO NON E' QUINDI IL LUOGO DELLA RISOLUZIONE, MA DELLA PREPARAZIONE AL CAMBIAMENTO.
ABITARE IL CORPO COME DIMORA DI SE'
“Il corpo è la dimora della nostra anima: sii gentile con esso”.
Lo yoga è una preziosa occasione per fondare un benessere duraturo che parta dalla RIAPPACIFICAZIONE DEL IL CORPO, per compiere IL PRIMO PASSO VERSO L'ACCOGLIENZA DEL DISAGIO. Una pratica yogica informata sul trauma, deve partire quindi dalla creazione di uno spazio di quiete, di confort e assenza di conflitto in cui la persona può riscoprire, ritrovare o sperimentare per la prima volta un SENSO DI PROTEZIONE E FIDUCIA. Il tempo della pratica, è volto quindi a RICHIAMARE NEL COORPO IL CONCETTO DI CASA COME DIMORA PROTETTA, come porto sicuro al quale tornare. Uno spazio in cui ricaricarsi e nutrirsi, stimolando attraverso il rilassamento l'attivazione del Sistema Nervoso Parasimpatico e con esso aumentare l'acetilcolina, il neurotrasmettitore "rest&digest", ossia del ripoosso e digestione. Una volta ricostruito il confort del corpo attraverso la pratica, esso torna ad essere una base sicura alla quale affidarsi e fare leva nelle fatiche quotidiane e a partire dalla quale elevarci sfuggendo al giogo dell'abbattimento emotivo.
ABITARE IL MONDO ATTRAVERSO IL CORPO
Un corpo riappacificato è quindi in grado di ascoltare, ACCOGLIERE E TORNARE A SENTIRE E COMPRENDERE IL MONDO CIRCOSTANTE, facendolo entrare dentro di sé per rielaborarlo. Questa ricreata disponibilità e capacità corporea, permette di RE-SENSIBILIZZARE IL CORPO RIAPRENDO LA PORTA DELLA SENSIBILITA' sia verso il mondo interno inconscio compreso che quello esterno. Il mondo torna quindi ad entrare in relazione con il corpo che tiene traccia e registra delle emozioni permettendo di ascoltare i residui fisico emotivi che le esperienze traumatiche, e non, lasciano nel corpo, per poter orientare le proprie scelte quotidiane: uno yoga volto a ricreare questo spazio di ascolto e dialogo con e nel corpo, è dunque uno yoga che si avvale di un approccio trauma informed.
DECALOGO YOGICO CORPO-MONDO
Come quindi possiamo declinare questo dialogo che si apre tra il corpo e il mondo, quando la fisicità torna ad essere un luogo confortevole, abitabile dalle sensazioni e dalla consapevolezza? La risposte sta in due approcci dialogici differenti:
PROSPETTIVA TOP-DOWN YAMA-NYAMA
“Ama la natura e l'ambiente, come fossero la tua casa. Lasciati stupire e difendi il mistero e la bellezza della natura dentro e fuori di te"
La prospettiva Top-down, è l'approccio di conoscenza e pratica yoga che parte dalla mente per arrivare al corpo, rispondendo in merito a "cosa ci dice la mente rispetto al mondo": a quale sapere, educazione, cultura quindi possono guidare il corpo a partire dalla mente. Questo approccio si declina nelle astensioni (Yama) dello yoga:
Astensioni – YAMA:
AIMSHA – NON VIOLENZA – Rispettare l’ambiente, sostenibilità ambientale dalle piccole cose
SATYA - NON AVERE PAURA DELLA VERITA' - Ricerca la verità e l'essenza delle cose, vai a fondo, non accontentarti delle apparenze
ASTEYA – NON GUARDARE A CIO' CHE NON HAI – Non deturpare, non saccheggiare o appropriarti di ciò che non è tuo
BRAHMACHARYA – NON ECCEDERE – Non consumare più del necessario, non sprecare, non esagerare, contieni in maniera equilibrata le tue pulsioni
APARIGRAHA – NON POSSESSO – Nulla ci appartiene davvero, non siamo padroni di nulla: tutto ciò che pensiamo di possedere ha una scadenza, pertanto dobbiamo imparare riconoscere quando è il momento di lasciare andare anziché trattenere
PROSPETTIVA BOTTOM-UP YAMA-NYAMA
"Sulla fede vorrei avere tutte le risposte. Ma poi mi ricordo che è meglio abitare le domande." ct. Valeria Leone
La prospettiva Bottom-up, è l'approccio di conoscenza e pratica yoga che parte dal corpo per arrivare alla mente, rispondendo in merito a "cosa il corpo percepisce del mondo che lo circonda?". Un invito a lasciarsi guidare dalla sensibilità individuale per trovare dove e quando sentirsi al sicuro nel profondo. Questo approccio si declina nelle osservanze (Nyama) dello yoga:
Osservanze - NYAMA
SAUCHA – SII PURO - Rispetta, difendi e mantieni pulito l’ambiente, la tua dimora, il tuo corpo, il tuo animo, la tua mente, le tue relazioni.
SANTOCHA – SII GRATO – Apprezza e sii grato per le bellezze della natura intorno a te, per ciò che sei, per ciò che hai imparando a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno
TAPAS – ABBI PASSIONE – Difendi l’ambiente come fosse cosa tua, appassionati a ciò che fai e alla tua vita, perché il fuoco è ciò che sostiene lo sforzo
SVAADHYAYA – IMPARA: CRESCITA E STUDIO DI SE’ - Rimani curioso, interessato e tieni vivo lo spirito della ricerca e della conoscenza dentro di te, perché lo spirito umano è nato per crescere ed evolversi in modi diversi fino all'ultimo giorno di vita
ISHVARA PRADIDHANA - FIDUCIA NEL DIVINO - Rispettare il mistero della vita e delle bellezze naturali come espressione di un’energia universale che va oltre te stesso. Vivi con fiducia, siamo parte di qualcosa di più grande che non finisce con noi stessi e alla quale torneremo.
IL MONDO DENTRO DI SE': IL PUNTO DI ACCESSO AL SE'
Una volta che ci si è lasciati guidare dal corpo è possibile trovare LA CHIAVE DI ACCESSO (IL GATE) alle tracce che il mondo ha lasciato dentro di noi. Trovare la chiave di accesso per entrare in ascolto di sé stessi, apre la porta ai vissuti tracciati nella memoria corporea. Trovare IL GATE dentro di noi significa dunque verso la conoscenza e l'accoglienza delle proprie verità e misteri, ossia:
- sentirsi tanto al sicuro da poterci aprire per arrivare alla nostra fragilità, per scoprirne le ricchezze nascoste nel punto più profondo e sensibile dentro di noi;
- accedere alle verità sofferte e scomode per accoglierle e accettarle, prendendo atto del dolore;
- valutare e orientarci nelle scelte del quotidiano.
ABITARE UN CORPO TRAUMA-INFORMED
“Le sequenze yoga sono progettate per creare un ritmo tra tensione e rilassamento che i pazienti impareranno a percepire nella loro vita, giorno dopo giorno” ct. Bessel Van Der Kolk
Una volta che aperti corpo e animo all'ascolto e risvegliata la sensibilità individuale, uno yoga trauma informed si rivolge a stimolare la regolazione degli stati emotivi e fisici del corpo, sciogliendo i nodi lasciati dal vissuto interno. Può aiutare in questo una pratica fluida, disegnata come un onda che passa gradualmente da picchi di attivazione e disattivazione per favorire la risoluzione non solo del discomfort fisico citato all'inizio, ma per:
riequilibrare la disregolazione emotiva
riequilibrare la disregolazione fisica (Sistema Nervoso Autonomo)
sciogliere gli stati di freezing e iperattivazione
ABITARE IL MONDO NEL CORPO SUL TAPPETINO
“Il corpo con la nostra storia ci precedono e in questo il corpo ha la priorità sulla mente” Somatic Competence® Yoga
Durante la pratica yoga, nello spazio protetto e sicuro del nostro tappetino, possiamo rievocare i nostri vissuti corporei ed emozionali senza farci più travolgere da essi e per questo guardarli da una prospettiva di maggiore lucidità e coscienza critica. Possiamo cioè rievocare e rielaborazione le esperienze, senza rischio, alla giusta distanza che ci permette di recuperare la nostra capacità di giudizio e lasciare spazio alle nostre risorse interne: risonanza, l'emozione, percezione, ricerca, l'intuizione, la conoscenza. CI RIAPPROPRIAMO COSI' DELLE NOSTRE PIENE FACOLTA' PSICHICHE (riattivando i nostri lobi frontali, prima sovrastati dall'iperattivazione dell'amigdala che ci lasciava in costante stato di allerta), per tornare a comprendere, collegare, sintetizzare, astrarre e chiudere quel cerchio di significati perduti che le esperienze traumatiche avevano lasciato aperto e sospeso.
SICUREZZA E COMFORT NELLA PRATICA
“Reimparare ad abitare in modo confortevole il proprio corpo (…) sentirsi al sicuro nel proprio corpo” ct. Bessel Van Der Kolk
Grazie ad una guida sicura e accogliente, in una pratica trauma informed yoga è possibile, dunque, APRIRCI AL DIALOGO CON LA NOSTRA COSCIENZA, dopo aver stemperato e risolto il nostro stato corporeo di allerta. E' possibile, quindi, RIPARTIRE DALLA NOSTRA ZONA COMFORT, accompagnati dal rapporto di fiducia con l'insegnante che favorisce l'abbandono delle difese emotive, psichiche e fisiche per ENTRARE IN DIALOGO CON LA PROPRIA COSCIENZA. Un processo che attraverso accoglienza, contenimento e fiducia è capace di ACCOMPAGNARE PER MANO LA PERSONA AD APRIRE IL GATE E ATTIVARE IL DIALOGO INTERNO.
DAL COMFORT VERSO LO SVILUPPO PROSSIMALE
"Senza una base sicura, nono esiste crescita" prov. Zen
Una volta riacquistato l'agio con la pratica e l'insegnante di yoga e la confidenza con il proprio corpo, ritrovata la zona comfort, quindi, E' POSSIBILE APRIRSI AI SIGNIFICATI PIU' SOFFERTI E SCOMODI: è possibile quindi lasciare spazio in noi alla consapevolezza che rompe l'abitudine e sovverte gli schemi, oltrepassando chiusure che non ci permettono di crescere e ci mantengono nel ristagno. Aprirsi al cambiamento, quindi, è possibile partendo DALLA SICUREZZA ALLA TRASFORMAZIONE:
- sentirsi profondamente di essere al riparo
- percepire il beneficio emotivo e fisico di sentirsi protetti
- acquisire fiducia
- oltrepassar la zona comfort
- entrare nella zona di sviluppo prossimale
- aprirsi al cambiamento
LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE: IL SETTING ESTERNO
"Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento" ct. B. Powel
Creare uno spazio sicuro, ambientale, temporale e relazionale, favorisce il RISVEGLIO DELLE FACOLTA' PSICHICHE E DELLE ENERGIE EMOTIVE che favoriscono il cambiamento e l'apprendimento. UN SETTING YOGA BEN CURATO PUO' CREARE UN "PONTE PER OLTREPASSARE PAURE E CHIUSURE favorendo l'uscita dalla zona comfort. A questo fine è bene considerare ogni apsetto della pratica yoga, preparando per tempo con cura:
- un ambiente rilassante
- creare famigliarità tramite la ripetizione e la ritualità
- disporre di supporti alla pratica (cuscini, mattoncini, cinghie elastiche, copertine, etcc..)
- partire dal radicamento corporeo alla terra
- evitare trigger (espressioni verbali o comportamenti connotati che possono risvegliare il trauma)
DAL RADICAMENTO ALL'ELEVAZIONE: IL SETTING INTERNO
"Trust the process" ct. Ourmindfullife.com
Una volta creato il setting esterno, è possibile attivare il dialogo interno gradualmente, a piccoli passi accompagnando gli allievi dalla percezione della solidità della base (radicamento a terra a partire dai piedi o dalla seduta a terra) facendo leva su di essa verso l'elevazione e la crescita. Ritrovando una leggerezza fisica grazie alla stabilità del contatto con il suolo, che riporta al centro di equilibrio personale favorendo la FOCALIZZAZIONE SULL'ASCOLTO DEL CORPO E RESPIRO. A questo fine possono aiutare una respirazione controllata soft (i pranayama intensi sono attivanti), l'allineamento posturale, lo scioglimento delle tensioni, l'allungamento dei vari distretti corporei, il risveglio della sensibilità fisica.
Questo processo, che si ripete ad ogni lezione con le dovute varianti, può diventare man mano famigliare e favorire la MAPPATURA DEL CORPO NELLA MENTE come parte del processo di concentrazione verso la propria centratura. La ripetizione di questo processo, crea fiducia nell'allievo che può così. aprirsi all'ascolto e all atrasformazione.
LA SORPRESA DELLA CO-REGOLAZIONE: IL TERZO SETTING
Quando la pratica favorisce il processo di apertura e ascolto in uno spazio sicuro, si crea una connessione non solo interna al singolo con sé stesso, ma anche una SINTONIZZAZONE INTER-INDIVIDUALE: accade cioè che SI CREA NELLA CLASSE UN TERZO ATTORE costuito dalla COMUNANZA DEL SENTIRE. Come nel saluto NAMASTE’, si costruisce un'interazione di ascolto tra le persone (un ascolto yogico: io vedo te, ti vedo, vedo la tua luce, ti riconosco e tu vedi me), così la sintonizzazione in classe con l'insegnante di yoga crea un dialogo non manifesto tra i corpi, ossia tra le interiorità. degli allievi. Si crea, quindi, un DIALOGO INTERNO INTER-PERSONALE che attiva EMPATIA E CO-REGOLAZIONE emozionale nella classe: il gruppo cioè diventa in grado di ASSORBIRE LE EMOZIONI DISREGOLATE DEI SINGOLI, REGOLANDOLE. Salvo condizioni di gravità o eccesso, la coesistenza in gruppo permette attraverso l'ascolto di ARMONIZZARE GLI ANIMI, creando accoglienza e accettazione.
CO-REGOLAZIONE NELLO SPAZIO DEL CUORE
“Il trauma inevitabilmente ha a che fare con il non essere visti, il non essere rispecchiati e il non essere presi in considerazione” ct. Bessel Van Der Kolk
Nella co-regolazione, l'equilibrio individuale si rafforza uscendo dallo stato di allerta. In questo rinnovato equilibrio e senso di sicurezza gli allievi tornano a sentirsi confidenti verso il proprio corpo e la pratica yoga, percependo accoglienza e il sostegno reciproco, un senso di sostegno e accettazione che permettono di aprirsi ad una dimensione di MESSA IN GIOCO, nel quale le energie si muovono senza sforzo verso consapevolezza e cambiamento.
Questo spazio di interazione con sé stessi grazie alla co-regolazione della classe, può avvenire solo NEL CHAKRA DEL CUORE, il quarto chakra: lo spazio simbolico dell'integrazione degli opposti, dell'empatia e del superamento delle dicotomie. Questo spazio può aprirsi solo grazie alla disposizione dell'insegnante, che si fa mezzo di ascolto e di mediazione per armonizzare le varie istanze della classe, dopo aver necessariamente trovato la propria centratura.
a cura di Elena De Donato
Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️, Odaka®️ Yoga per i Disturbi Alimentari
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Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Odaka yoga®️ per i disturbi alimentari, Docente unica Master GiocayogaCare®️ bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità’ per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️
BIBLIOGRAFIA E RICERCHE
. Peter Levine - "Somatic experiencing: esperienze somatiche nella risoluzione del trauma" - ed. Astrolabio 2014
. Bessel Van Der Kolk - 'Il corpo accusa il colpo' - Ed. raffaello Cortina 2015
. Stephen W. Porges – La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza – Giovanni Fioriti Editore - 2018
. Brandon Adams, Mark Stephens, Margaret A. Howard - “Teaching Trauma-Sensitive Yoga: A Practical Guide” - 2018
. Stephen Cope - La saggezza dello yoga: una guida alla ricerca di una vita straordinaria - Universale economica Feltrinelli - 2009
.Le quattro nobili verità nell'Ottuplice Pensiero - Buddha
. Marilia Albanese, Fiorenza Zanchi, Gabriella Cella - 'I chakra l’universo in noi’ - Ed. Xenia tascabili 1999
. Gabriella Cella Al-Chamali - ‘Il grande libro dello yoga’ - Rizzoli 2009
. A. Baretta e M. Morbe - Somatic Competence Yoga. Dalle radici dello yoga allo yoga per l’ipermodernità - articolo 2018
. E. De Donato - Yoga nel corpo: embodiment o disembodiment? - Yoga Magazine.it2022 - https://www.yoga-magazine.it/2022/02/yoga-nel-corpo-embodiment-o-disembodiment/
Effetti dello yoga su:
. Plasticità cerebrale – Meditation experience is associated with increased cortical thickness. Lazar S. W. et al., (2005).
. Tolleranza al dolore – Insular cortex mediates increased pain tolerance in yoga practitioners. Cereb Cortex. 24(10):2732-40 – Villemure C, Ceko M, Cotton VA, Bushnell MC. (2014).
. Plasticità neuronale – Serum cortisol and BDNF in patients with major depression – effect of yoga. International Review of Psychiatry vol 28, issue 3: Yoga and Mental Health – Naveen, G.H., Varambally, S.,Thirthalli, J., Rao, M., Christopher, R., Gangadhar, B.N. (2016).
. Ansia e depressione – Yoga for anxiety: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials – Cramer et al., 2018.












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