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Yoga gravidanza e l'importanza della respirazione nella gestione del dolore del parto

Immagine del redattore: Elena De DonatoElena De Donato

"Respira: il dolore che senti ha bisogno di ossigeno e tempo, lascialo decantare" ct. Margherita Roncone


Vediamo insieme come accompagnare le neo-mamme a prepararsi all'intensità delle fasi finali della gravidanza integrando questa esperienza nella rielaborazione della nascita, insieme alle conoscenze sulla percezione del dolore e la sua gestione respiratoria.

"Respira: il dolore che senti ha bisogno di ossigeno e tempo, lascialo decantare" ct. Margherita Roncone
"Respira: il dolore che senti ha bisogno di ossigeno e tempo, lascialo decantare" ct. Margherita Roncone

LA PERCEZIONE DEL DOLORE NEI SUOI CONNOTATI SOCIALI E PERSONALI

Nella nostra società attuale basata sulla performance, l'immagine e il senso di perfezione, le dimensioni della sofferenza e del dolore rimangono spesso ai margini della NARRAZIONE SOCIALE DELLA NASCITA, come "incidenti" di percorso di cui non parlare, per cercare di esorcizzare la paura. Ma un'esperienza di dolore che rimane muta, non aiuta né a preparare né a rielaborare le fatiche e le difficoltà del parto, favorendo così la formazione di reazioni traumatiche. Un'esperienza di dolore del parto non espressa o addirittura negata, una mamma può sentirsi impaurita, inadeguata, sola e disorientata in una dimensione che non ha potuto rielaborare dopo né che si è potuta preparare ad affrontare prima.

Accanto alla dimensione sociale e culturale legata alla sfera delle fatiche e sofferenze del parto, esiste poi una DIMENSIONE PERSONALE del dolore, dalla quale dipende il grado di sensibilità individuale a questa esperienza. Innanzitutto FATTORI COSTITUZIONALI fisiologici, come la soglia soggettiva di percezione del dolore, la resilienza viscerale individuale organica alla sofferenza, l'abitudine o l'allenamento alla sopportazione, la sensibilità intero-cettiva. A questi elementi base, si aggiunge poi la RILEVANZA E VALENZA BIOGRAFICA che la sofferenza ha nella storia personale, legata ai vissuti fisici e/o emotivi di vita pregressa. Ove infatti sono presenti esperienze dolorose di vita non interamente rielaborate, una nuovo vissuto forte può amplificare o rendere intollerabile la sofferenza, generare sentimenti di colpa, di panico, o ancora inadeguatezza, solitudine e disorientamento.


Un accompagnamento che possa sostenere e preparare le mamme all'esperienza del dolore della nascita, può aiutare a costruire un filo di senso nella maternità integrando tutte le sue fasi, dalle più gioiose alle più sofferte, fornendo validi strumenti per fronteggiare i momenti più critici. Vediamo insieme come sviluppare questo legame, rispetto alle conoscenze che gravitano attorno alla percezione del dolore e alle tecniche di respirazione.


DALLA PERCEZIONE ALL'ASCOLTO: "SENTIRE" IL DOLORE


Prepararsi alle fatiche e al dolore del parto, è un percorso che implica famigliarizzare con il proprio corpo e con le percezioni che di esso abbiamo, siano esse piacevoli che spiacevoli. Un allenamento all'interocezione da cui apprendere quali sensazioni fisiche intercettare e dove collocarle, imparando a trovare un loro ACCOMODAMENTO FUNZIONALE, a saperle interpretare direttamente oppure indirettamente informandosi e chiedendo aiuto. Questo cammino è un vero e proprio apprendimento che consente alla neomamma di vivere le sensazioni spiacevoli passando dalla reattività impulsiva al loro ascolto: per studiarne l'andamento e trovare la propria modalità di stare in esse per SENTIRE E RIMANERE NEL DOLORE ACCETTANDOLO SENZA GIUDICARLO, anziché negarlo, rifuggirlo o rifiutarlo. L'ascolto del corpo rappresenta un vero e proprio auto-apprendimento che può essere favorito in gravidanza da pratiche psico-fisiche come lo yoga oppure da un allenamento funzionale come il pilates o i laboratori con l'ostetrica.


METABOLISMO DEL DOLORE NELLE DUE FASI DEL PARTO


Il dolore è una CONDIZIONE PSICO-FISICA che innesca cambiamenti chimici e neurocettivi. Dal punto di vista prettamente organico, la sofferenza ha un preciso metabolismo governato dal SISTEMA NERVOSO AUTONOMO E CENTRALE i quali reagiscono in modo interdipendente all'interpretazione delle sensazioni corporee da parte del cervello. Dal punto di vista organico, il dolore porta una reazione vagale che innesca lL METABOLISMO SIMPATICO legato allo stato di allerta e stress, propri delle situazioni di pericolo in cui il corpo si prepara a combattere e fuggire producendo cortisolo e noradrenalina, grazie ai quali respiro e battito cardiaco accelerano attivando tutto il corpo per reagire, fuggire o difendersi dalla causa del dolore. Quando la soglia di sopportazione del dolore viene superata, per aumento della causa di sofferenza o esaurimento delle risorse psichiche, il corpo si deprime attivando il METABOLISMO PARASIMPATICO DORSO VAGALE, che tende alla paralisi fisica che irrigidisce e mantiene l'organismo in tensione profonda fino poi a depauperandone man mano le risorse, diminuendo in maniera forzata la capacità respiratoria e il battito cardiaco. In assenza di dolore e percezione di sicurezza, invece, il corpo entra nel METABOLISMO PARASIMPATICO VENTRO VAGALE, che permette di rilassare ogni tensione attivando la modalità di recupero fisiologico delle risorse.

Nella FASE PASSIVA DEL PARTO, in cui le contrazioni sono automatiche e cadenzate a intervalli, separati da momenti di pausa e assenza di dolore, il sistema nervoso autonomo si porta nel metabolismo simpatico (contrazione) e ventro vagale (pausa tra le contrazioni), mentre nella FASE ATTIVA DEL PARTO, quella delle spinte espulsive il metabolismo rimane esclusivamente nel metabolismo di attivazione simpatico. Nei momenti di picco più acuto del dolore, in entrambe le fasi del parto, il metabolismo può portarsi in FREEZING per alcuni istanti, ossia nella modalità dorso vagale bloccando il respiro e depauperando velocemente le risorse residue.

Essendo il dolore una condizione psico-fisica, il passaggio da un metabolismo all'altro legato alla percezione dell'intensità del dolore, dipende non solo dalla componente prettamente fisico-sensoriale ma anche da quella mentale: quando si esauriscono le risorse emotive e psichiche di sopportazione, la percezione del dolore si amplifica, il metabolismo si porta in super-attivazione esaurendo ben presto le energie; viceversa più la mente riesce a sostenere il dolore, quanto più la sua intensità viene percepita come sostenibile, più il metabolismo rimane nell'attivazione fisiologica, consentendo di risparmiare risorse e allungare la durata della sopportazione.


L'ANDAMENTO DEL DOLORE E LA SUA "IMPERMANENZA"


Possiamo quindi dire, che quanto più la mente è preparata e allenata a conoscere e stare nel dolore, quanto più il corpo ha possibilità di resistere a lungo nell'esperienza di sofferenza e fatica. Studiare l'andamento del dolore, osservandolo mentre accade e prendendo nota dentro di noi di come si manifesta, ci prepara ad affrontarlo meglio. In proposito il Buddha studiando ogni fenomeno o aspetto dell’esistenza, osservò che per quanto stabili essi possano sembrare dall'esterno, ad uno studio più ravvicinato e attento essi si rivelano in continuo cambiamento, ossia, IMPERMANENTI (ANICCATA): la sofferenza si genera nella non accettazione del continuo cambiamento, che porta a rimanere attaccati ad un'idea di costante permanenza. Ma come tutti i fenomeni, in realtà ANCHE IL DOLORE E' IMPERMANENTE: non dura per sempre e anche quando si manifesta, ha un suo ANDAMENTO ONDULATORIO con tanto di apice e picco di sofferenza acuta, salita, discesa e pausa. Ed è stando in questa onda e in questo andare e venire del dolore che si annida la possibilità di sostenerlo, approfittando delle fasi di discesa e pausa per ricaricarsi e rilassarsi, recuperando energie e risorse.


L'IMPORTANZA DEL RESPIRO NELLA FASE PASSIVA DEL PARTO


Durante la fase dilatatoria in cui le contrazioni servono ad aprire il canale del parto per raggiungere la dimensione necessaria all'uscita del piccolo, UNA RESPIRAZIONE CONSAPEVOLE E CONTROLLATA RALLENTA IL METABOLISMO AIUTANDO A RISPARMIARE RISORSE e aumentando la tenuta fisica e psichica della neomamma. Una respirazione controllata ed efficace, infatti, migliora l'ossigenazione di tutto il corpo:

  • del cervello che così si mantiene lucido e capace di sopportare psichicamente il dolore;

  • dei tessuti di tutti i distretti corporei, conferendo maggiore resistenza e tenuta fisica al corpo;

  • della placenta e quindi del bambino, prevenendo possibili ipossie;

Una buona respirazione inoltra rallenta il metabolismo, permettendo di allentare l'iper attivazione che depaupera le energie fisiche e psichiche (paura, panico, tensione).


L'IMPORTANZA DEL RESPIRO NELLA FASE ATTIVA DEL PARTO


Durante la fase attiva del parto, invece, una respirazione consapevole consente di mantenere un'attivazione metabolica fisiologica, evitando i trattenimenti e blocchi respiratori dovuti al freezing per dolore o di incorrere nella RESPIRAZIONE INVERSA che porta all'iper ventilazione (inspiro più corto dell'espiro). Una respirazione efficace, controllata, una RESPIRAZIONE DIRETTA (espiro più lungo dell'inspiro) permette di mantenere la mente lucida e consapevole, diminuendo l'ansia, prevenendo il panico e lo choc da parto.

A questo fine, è importante anche che la mamma sia libera di assumere la postura corporea che le consente di spingere più facilmente, regolando così anche il respiro.


LA PERCEZIONE DEL TEMPO


Respirare efficacemente durante il travaglio e il parto, consente di RIMANERE PRESENTI E CONSAPEVOLI, impiegando il tempo attivamente nell'ascolto del corpo e nella REGOLAZIONE EMOTIVA. In questa dinamica virtuosa, la mamma può sentirsi protagonista del proprio parto e capace di gestire quanto le sta accadendo. L'impegno nella RESPIRAZIONE e la libertà di esprimere e vivere il dolore nella totale libertà di espressione del corpo, assumendo la POSIZIONE e fare i MOVIMENTI che più portano sollievo, IL TEMPO CAMBIA CONNOTAZIONE. La percezione temporale infatti si contrae o si dilata secondo la VALENZA E LA PREGNANZA del vissuto: quanto più è intensa la fatica o il dolore, quanto più lento sembra scorrere il tempo; viceversa, quanto migliore è la qualità di vita del momento presente, quanto più la percezione della durata del tempo, si dilata. RESPIRO, MOVIMENTO, AUTO-COCCOLA, PRENDERSI CURA E OCCUPARSI DI SE' e di ciò che sta succedendo, aiuta a rimanere ingaggiati nell'ascolto e nel dialogo con il corpo impegnando i tempo attivamente e IMPOSTANDO IL PROPRIO OROLOGIO MENTALE SU QUELLO BIOLOGICO INTERNO guidato dai ritmi dell'andamento del dolore, anziché sul tempo fisico reale. "Buttando via l'orologio", metaforicamente, è possibile entrare nella DIMENSIONE INTIMA DEL PARTO, aiutando a VIVERE CALATI NEL MOMENTO PRESENTE, INGANNANDO QUEL TEMPO che con uno sguardo fissato sulle lancette dell'orologio non passerebbe mai, rendendo così insostenibile la situazione.


LA PRESENZA DELL'ALTRO NEL DOLORE


Fondamentale in tutto questo processo, è la tenuta della coppia e la presenza del papà, che può sostenere la mamma fisicamente e soprattutto psichicamente. La presenza del compagno di vita della mamma durante il parto è importante perché non si senta sola, perché si senta assistita e di potersi appoggiare all'altro facendosi sostenere e accompagnare nel dolore, nel movimento, nel respiro. La presenza del papà è anche importante per coinvolgere la figura paterna quanto prima, facendola sentire PARTE ATTIVA DELLA NASCITA e non solo di supporto alla mamma, entrando quanto prima in relazione con il nuovo nato per stabilire una relazione. La voce del papà rassicura il piccolo nella pancia e RASSICURA ANCHE LA MAMMA AIUTANDOLA A RALLENTARE, diminuendo l'attivazione del metabolismo e ad aiutandola a trovare il giusto ritmo respiratorio.


L'ACCOMPAGNAMENTO AL PARTO CHE SOSTIENE DOLORE E RESPIRO


Una guida e un'accompagnamento verso il parto durante la gravidanza, ricostruisce quel SENSO DI COMUNITA' CHE PUO' SOSTENERE E PROTEGGERE LA NASCITA, come avveniva nelle famiglie allargate delle società rurali di un tempo: la nascita allora era al centro della cura e delle attenzioni di tutta la COMUNITA' INTERA CHE COVAVA LA NUOVA VITA e si prendeva cura della neomamma e donna sostenuta dalle altre donne. Con l'avvento delle famiglie nucleari, la donna di oggi spesso rimane completamente sola, senza l'affetto e il sostegno della sorellanza di altre donne, senza condivisione, senza guida in questo momento così delicato e fragile.

RECUPERARE LA DIMENSIONE SOCIALE DELLA NASCITA E NELLO STESSO TEMPO INTIMA, a partire dalla coppia, per approdare idealmente ad una struttura ospedaliera più rispettosa e umana e a quella di corsi di PREPARAZIONE AL PARTO CHE LAVORANO SUL PIANO PSICOFISICO, favorisce un'approdo della neomamma più consapevole, informato e sostenuto alla nascita.


Articolo a cura di Elena De Donato

Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Yoga nascita e pre-maturità, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️, Odaka yoga®️ per i disturbi alimentari


BIGLIOGRAFIA

.Guida alla Teoria Polivagale - Ralph Stephen Porges - ed. Giovanni Fioriti 2014

.Le quattro nobili verità nell'Ottuplice Pensiero - Buddha

.Insieme verso un parto positivo: yoga e oltre- Elena De Donato - https://www.elenadedonato.com/post/insieme-verso-un-parto-positivo

.La nascita speciale - Seminario di specializzazione Yoga e cesareo di Elena De Donato - Formazione yoga in fascia®️

.BabyOm®️ - Seminario di specializzazione Yoga e gravidanza di Elena De Donato - Formazione AYIB®️

.Rubrica dedicata allo Yoga Nascita pre e post parto, parto cesareo, gravidanza podalica, coppia, prematurità e nascita nei bisogni speciali - dal Blog Albero dello Yoga Ratna - Elena De Donato - Reposted from Blog Albero dello Yoga Ratna 18 febbraio 2020 - https://www.elenadedonato.com/blog/categories/nascita


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