top of page

Yoga "HSP way": emanciparsi con lo yoga per le persone altamente sensibili

"Anybody who wants to, can practice yoga; but no one can practice every kind of yoga” cit. Brendon Adams - “Teaching Trauma-Sensitive Yoga: A Practical Guide” - 2018

"Le Persone Altamente Sensibili sono quelle che percepiscono in modo più profondo i dettagli più sottili dell’ambiente e delle relazioni, più facilmente sovraccarichi dagli stimoli intensi. Hanno spesso forti reazioni emotive e momenti di down, sono introspettivi e abili osservatori. Sono in medesima proporzione uomini e donne, nel 70 % dei casi sono introversi, e nel 30 % estroversi." Elain Aron


DECLINAZIONE DELL'EMANCIPAZIONE NELLO YOGA ALTAMENTE SENSIBILE

Lo yoga può aiutare le Persone Altamente Sensibili (PAS o High Sensitivity Person) verso quel 'necessario "(...) processo di individuazione alla scoperta della propria voce interiore in risposta alla domanda sul perché ci si trova in questa terra. Solo così sarà possibile trovare il proprio significato alla vita, la propria vocazione (...) ricordando di agire sempre secondo il proprio «HSP WAY» (modalità HSP) - Eliane Aron

Lo yoga è un cammino di conoscenza che si muove verso lo sviluppo della consapevolezza individuale ("I chakra, l'universo in noi" - Marilia Albanese, Gabriella Cella, Fiorenza Zanchi - 1996 - Ed. Xenia), a partire dal lavoro tra corpo e respiro, ma che in essi non si esaurisce e che nella meditazione si realizza portando l’individuo a trovare sé stesso liberandolo da tutti i condizionamenti che gli precludono l’apertura alla propria autenticità e creatività. Quello dello yoga è quindi un cammino di liberazione della persona, alla ricerca della propria autenticità, interezza, integrità e originalità, nel qui e ora, ossia nell’immanenza della propria vita terrena. Finalità che si sposa perfettamente con le esigenze della persona altamente sensibile specie quando essa è travolta da una quotidianità che spesso la sovrasta e perde il contatto con sé stessa a furia di adattarsi all’esterno, sovraccaricando-si di istanze che non sono sue proprie.


1 - EMANCIPARSI DAL GIOGO DEL CONDIZIONAMENTO DI PENSIERO CON LO YOGA

“La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare” cit. Jiddu Krishnamurti


Il cuore nel pensiero creativo HSP liberato - "Io credo che per ogni evento l’uomo possieda un organo che gli consente di superarlo (...) un cuore pensante." cit. Etty Hillesum

L'atto creativo è una delle caratteristiche inalienabili dell'essere umano, in quanto essere pensante, ma particolarmente per la persona altamente sensibile questo atto è imprescindibile. Per la natura stessa della sua neuro-diversità la PAS infatti raggiunge una gratificazione profonda solo nell’espressione di sé e nel coinvolgimento sociale. Vitalità e creatività sono componenti energetiche della personalità umana strettamente legate e interdipendenti tra loro, ancor più nelle PAS: la vitalità consente di essere creativi e viceversa la creatività risveglia l'energia vitale. E' un connubio imprescindibile. Ma c'è un terzo elemento determinante che permette ai primi due di realizzarsi e che li comprende: il cuore. Solo nel coinvolgimento si è in grado di creare, perché quando le corde emozionali risuonano e vibrano, smuovono risorse e motivazione. E tra le corde emozionali risiede anche la capacità di rapportarsi all’altro, caratteristica fondamentale HSP.


"Pensiero razionale e pensiero creativo nell’alta sensibilità - "La mente intuitiva è un dono sacro. La mente razionale è un fedele servo…. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono" cit. E. Einstein

Come abbiamo visto nel corso HST 3, le PAS necessitano di essere contenute in una cornice razionale che eviti loro dispersione, ma al contempo non si sentono realizzate nella sola RAZIONALITA' E PENSIERO DEDUTTIVO. Nonostante il bisogno di capire e comprendere la realtà, in un contesto puramente razionale difficilmente le HSP riescono a liberare l’intuito che è mosso in loro da un coinvolgimento emotivo. L'INTUIZIONE E' FIGLIA DELLA PASSIONE, infatti, che si esprime grazie ad un PENSIERO DI TIPO ANALOGICO, che lavora per associazioni, collegamenti, immaginazione, in virtù dei quali si liberano le risorse più autentiche della persona, spesso nascoste. Nel coinvolgimento emotivo e nella capacità di immedesimarsi, consiste l'attivazione delle potenzialità, spesso inespresse, originali, inedite della persona altamente sensibile. Potenzialità creative presenti sin dall'infanzia, ma via via sempre meno utilizzate perché sovrastate dalle sovrastrutture razionali, dagli apprendimenti e dalle convenzioni necessarie alla sopravvivenza nell'ambiente sociale e culturale cui si appartiene.


"Creatività nell’alta sensibilità come espressione vitale di sé

Ma nell’alta sensibilità, essere creativi è un’attitudine imprescindibile che qualifica e definisce la propria esistenza umana facendo emergere la propria vitalità personale e autentica. Creatività significa esprimere sé stessi, al di là delle convenzioni e oltre quelle stesse regole che permettono di sopravvivere fisicamente nella società o nell'ambiente; una sopravvivenza nel quale la persona altamente sensibile finisce per perdersi o sentirsi sopraffatta senza uno spazio personale che permetta di sopravvivere ad un livello più sottile, meno evidente, poco visibile esteriormente rispetto a quello fisico: quello dell'ENERGIA VITALE PROFONDA ossia dell’ENERGIA ESPRESSIVA. Quella che CONFERISCE UN MOTO INTERIORE VERSO QUALCOSA D'ALTRO DA SE', ma che al contempo ci rappresenta perché risuona in noi e per questo è esso stesso espressione di una nostra parte: un’emozione, di sentimento, di azione o di pensiero. IN QUESTO SPECCHIARSI NELL'ALTRO O IN ALTRO DA SE', l’altamente sensibile si sente profondamente vivo, si sente di esistere.


"Pensiero creativo e pensiero ricorsivo nell’alta sensibilità - "La creatività canalizza l'emotività e placa il fermento mentale." Cit. Christel Petitcollin

Creatività, espressione di sé, vitalità ed emozioni, quindi abbiamo visto essere strettamente legate nell’alta sensibilità tanto da non poter esistere l'una senza le altre, a meno di una condizione che fa eccezione: l'EMOTIVITA' CRISTALLIZZATA. Talvolta, infatti, la sfera emotiva non concorre ma al contrario depotenzia la creatività. Ciò si verifica ogni qualvolta avviene un blocco delle emozioni a causa di un vissuto stressante, cui le HSP sono più esposte a causa della loro natura recettiva. L'aggressione percepita, causa la FISSAZIONE DI UN COMPLESSO EMOZIONALE E UN RISTAGNO ENERGETICO che impediscono quel moto verso, quel movimento vitale capace di dare espressione e creare. E' il caso dei momenti di crisi (dilemmi e decisioni impossibili, scelte, ripensamenti, insicurezza...), degli eventi stressogeni (lutto, licenziamento, separazione, trasloco...), dei momenti di esaurimento energetico (accumulo di stanchezza, malattia, ansia, compulsione...) e infine del vissuto traumatico. In questi contesti insieme al blocco emotivo ed energetico, si blocca anche il pensiero creativo e la mente si perde in rimuginii, pensieri ricorrenti, automatismi, insieme al corpo che cerca solo ristoro e pace, riequilibrio. La MENTE SCIMMIA, è ciò che rimane della mente umana creativa in questo cortocircuito multidimensionale in cui la persona rimane bloccata nel tempo di un groviglio emozionale. In questi momenti APRIRSI AD UNO SPAZIO AL DI FUORI DELL'ORDINARIO come lo yoga, attraverso esperienze di re-sensibilizzazione del corpo e della coscienza verso la riscoperta di sé, favorisce il ritorno alla MENTE CREATIVA, in cui il pensiero si ramifica e si articola insieme ad una EMOTIVITA' ESPANSIVA. L'attività creativa, così, fornisce una via per incanalare le energie emotive bloccate permettendo di smuovere i pensieri ricorrenti spostandoli dal focus cristallizzato, recuperando nuove risorse e permettendo così di placare i pensieri ricorrenti rompendo il circolo vizioso."


2 - EMANCIPARSI DAL GIOGO DELE EMOZIONI CON LO YOGA: LA SOPRAFFAZIONE

Sentirsi travolti dalle emozioni, tanto da non riuscire più a discriminarle oppure al contrario essere completamente distaccati da esse per reazione ad un alto grado di stress: queste sono spesso le due modalità in cui la PAS porta con sé il proprio SOVRACCARICO EMOZIONALE con il quale si approccia alla pratica yoga.


Il punto di partenza yoga altamente sensibile: come ti senti? - “Quando siamo in grado di accettare i nostri sentimenti in modo incondizionato, possiamo intraprendere le dovute azioni per riaffermare confini sani” cit. Donna Fahri

Il punto di partenza dello yoga nella pratica corporea è l’ascolto: SENZA ASCOLTO DI SE’ IL MOVIMENTO NON E’ YOGA. Per gli HSP questo è un elemento cardine per spostare il focus dell’attenzione dall’esterno all’interno e così TORNARE A PRENDERSI CURA DI SE’. Una volta tornati a sentirsi e percepirsi, inizia il cammino dello yoga e si risveglia quella capacità critica che definisce le emozioni che si provano. Man mano iniziando a dare un nome a ciò che si sente, la persona scopre da sé il lascito e la risonanza che le esperienze e il quotidiano tracciano in lei, iniziando a discriminare tra piacevole e spiacevole, tra sollievo e dolore, tra beneficio, svantaggio, neutralità.


"…e se non si sente nulla? - “L’unica cosa sbagliata quando si è bloccati, è non fare niente” cit. Dr. House -

Nel processo dell’ascolto, può capitare di accorgersi di non sentire nulla ossia di provare una sorta di ottundimento, di distacco e assopimento del corpo e delle emozioni. Al contrario di quanto si possa pensare, questa è spesso la vera situazione di partenza legata soprattutto agli ambienti d’ufficio, alla vita sedentaria, alla stretta del conformismo cui la PAS si è dovuta adattare per sopravvivere. Altre volte invece ciò che invece manca non è l’emozione ma ‘l’alfabeto emotivo’ necessario a dare loro un nome, a definire ciò che si sente: una ALESSITIMIA DI RITORNO NELLE PAS IN SOVRACCARICO EMOZIONALE oppure lungamente costrette dall’ambiente a disconoscere e non prendersi cura del proprio sentire. In questi casi, IL LAVORO SUL CORPO ATTRAVERSO L’ASCOLTO NELLO YOGA, risveglia anche il contatto con le emozioni profonde e aiuta così a tornare in contatto con il VERO SE’.


"Alta sensibilità e trigger nello yoga: il sentire differenziale - “Il movimento è una risposta adattiva alla minaccia” cit. Bessel Van Der Kolk

Le PAS per loro natura sono maggiormente esposte all’attivazione in ogni ambiente e quindi anche durante la lezione di yoga. Il sovraccarico emozionale e cognitivo sottopone le HSP ad una costante iper-attivazione generalizzata anche in assenza di un vero e proprio trauma. Capita spesso quindi che le HSP arrivino a lezione con un arousal già mosso che facilmente può venire ulteriormente alzato da particolari della lezione cui loro sono sensibili: tono della voce, umore della classe o di un compagno o dell’insegnate, evocazioni, musiche, etc… In assenza di un vero e proprio trauma, questi dettagli smettono di innescare l’attivazione della PAS con l’abitudine alla pratica e la conoscenza del contesto classe. Nonostante i dovuti e necessari sforzi, è impossibile costruire una pratica completamente trigger-free, è bene comunque da parte dell’insegnante cercare di distinguere le due diverse dinamiche (trauma o iper-attivazione generalizzata HSP) per scegliere come condurre la lezione.


"Liberarsi dal fawn con lo yoga: la gabbia del falso sé nell’alta sensibilità - “Il trauma inevitabilmente ha a che fare con il non essere visti, il non essere rispecchiati e il non essere presi in considerazione” cit. Bessel Van Der Kolk

Nello yoga, partendo dal lavoro con il corpo e arrivando all’emozione e al loro riequilibrio, si abbassa inevitabilmente l’arousal della persona e finalmente la PAS è in grado di GUARDARE A SE’ CON LUCIDITA’ E COMPRENSIONE, capendo l’origine del proprio sentire. La ricostruzione di questo cammino emozionale conferisce il PASSAGGIO DAL CODICE CORPOREO A QUELLO NARRATIVO che conferisce un universo di senso e riappropria l’HSP della propria capacità critica. La PAS torna a sentire che l’EMOZIONE ACCADE E NON E’ SBAGLIATA IN SE’ ma che può essere difficile da sostenere. Una volta liberata dalla GABBIA DELLE EMOZIONI NON DISCRIMINATE, finalmente il vero sé affiora e AVVIENE LA LIBERAZIONE DAL SERVILISMO (fawn) VERSO IL FALSO SE’ E VERSO LA PAURA SOCIALE. Tutto questo processo nello yoga avviene in silenzio, nel sentire del corpo, nel cambio di energia e al di là delle parole.


"3 - EMANCIPARSI DAL GIOGO DEL CORPO CON LO YOGA:

“Reimparare ad abitare in modo confortevole il proprio corpo (…) sentirsi al sicuro nel proprio corpo” cit. Bessel Van Der Kolk

Attraverso il lavoro del corpo, lo yoga lavora per abbassare l’arousal della PAS, nella quale si modifica così il metabolismo legato allo stress disinnescando le dipendenze chimiche legate ad esso: ciclo di cortisolo, adrenalina, endorfine, glicemia. Usciti dal circolo vizioso dello stress, ritornati al metabolismo dell’SNA parasimpatico e del sistema vagale ventrale, IL CORPO TORNA AD ESSERE UNA DIMORA SICURA, in cui ritrovare comfort, potersi permettere di ESSERE OLTRE A FARE e la persona torna a riacquistare fiducia in sé e a ripristinare le proprie risorse riparative e creative. Una volta riappacificato il corpo, attraverso le parti più evocative della pratica yoga, è possibile smontare anche i circuiti alterati della ricompensa da cui possono originarsi le dipendenze (craving) poiché la meditazione agisce sui “neurotrasmettitori dell’anima”, favorendo particolarmente la produzione di serotonina e dopamina.


La dipendenza chimica - “Reimparare ad abitare in modo confortevole il proprio corpo (…) sentirsi al sicuro nel proprio corpo” cit. Bessel Van Der Kolk -

Attraverso il lavoro del corpo, lo yoga lavora per abbassare l’arousal della PAS, nella quale si modifica così il metabolismo legato allo stress disinnescando le dipendenze chimiche legate ad esso: ciclo di cortisolo, adrenalina, endorfine, glicemia. Usciti dal circolo vizioso dello stress, ritornati al metabolismo dell’SNA parasimpatico e del sistema vagale ventrale, IL CORPO TORNA AD ESSERE UNA DIMORA SICURA, in cui ritrovare comfort, potersi permettere di ESSERE OLTRE A FARE e la persona torna a riacquistare fiducia in sé e a ripristinare le proprie risorse riparative e creative. Una volta riappacificato il corpo, attraverso le parti più evocative della pratica yoga, è possibile smontare anche i circuiti alterati della ricompensa da cui possono originarsi le dipendenze (craving) poiché la meditazione agisce sui “neurotrasmettitori dell’anima”, favorendo particolarmente la produzione di serotonina e dopamina.


"4 - EMANCIPAZIONE NARRATIVA CON LO YOGA“Io non sono ciò che mi è capitato d'essere. Io sono ciò che ho scelto di diventare» G. Jung


Al di là del vissuto...- “Io non sono ciò che mi è capitato d'essere. Io sono ciò che ho scelto di diventare» G. Jung

Una volta emancipati da emozioni e circolo vizioso della chimica corporea narrativamente legati all’attaccamento al quotidiano, agli schemi, al passato e a ciò che blocca le potenzialità della PAS, dopo aver LASCIATO ANDARE TUTTO CIO’, cosa rimane? Dopo quindi aver tagliato i circoli viziosi e i rami secchi, cosa succede? Come abbiamo visto, dopo la liberazione ed emancipazione il CUORE SI APRE nel quarto chackra Anahata e nel ritrovato equilibrio si ripristinano le risorse e la capacità di sentire autentica, permettendo così di:

  • re-innamorarsi di sé – tornare a sentire, ricentrarsi su di sé, auto-empatia;

  • re-innamorarsi della vita – aprirsi al nuovo, tornare a sperimentare e sperimentarsi oltre la zona comfort (zona di sviluppo prossimale);

  • ri-elaborare la propria narrazione – ripercorrere il passato alla luce di una nuova resilienza;

  • ·ri-orientarsi nella vita: tornare a scegliere, dire di no (contrario della logica “Yes man” e no limits”), selezionare, mantenere la giusta distanza;

  • re-innamorarsi del proprio progetto – per le PAS tornare creativi, ritrovare uno spazio espressivo, muoversi verso il “Social engagement”.

“Trauma recovery (…) Il trauma è parte di noi, ma non definisce chi siamo (…) è importante venire a patti con la memoria traumatica” cit. Brendon Adams


"Questo articolo è il frutto della mia esperienza personale HSP, nel privato e nei quindici anni di pratica prima come allieva, poi come insegnante di yoga, unita agli studi giovanili, alla formazione continua su special needs e trauma informed yoga (Somatic Competence®️Yoga) e alla preparazione delle docenze che mi accompagnano ogni giorno. Ringrazio la ricchezza del corso HST 3 (High sensitivity Training 2020-2021) di Elena Lupo e la disponibilità di tutto lo Staff HSP-Italia per la diffusione del sapere in merito al tratto dell’alta sensibilità, nell’intento di creare una HSP-way che possa davvero fare di questo mondo un posto dove ognuno possa trovare la sua modalità per stare meglio."


a cura di Elena De Donato

Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️

---

Università degli studi di Milano, Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, Somatic Competence®️Yoga Teacher, High Sensitive Yoga Persone Altamente Sensibili HSP Italia™️, Docente unica Master GiocayogaCare®️ bambini speciali AIYB, Docente unica ‘Nascita speciale: yoga cesareo, presentazione podalica, prematurità per la Specializzazione post Formazione Yoga in fascia®️


BIBLIOGRAFIA

·Elaine Aron“Persone altamente sensibili - Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge” - 1996

·Brendon Abram, Mark Stephens, Margaret A. Howard - “Teaching Trauma-Sensitive Yoga: A Practical Guide” - 2018

.Stephen W. Porges – La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza – Giovanni Fioriti Editore - 2018

.Christel Petitcollin – Il potere nascosto degli ipersensibili - Sperling & Kupfer, 2019

·Marilia Albanese, Gabriella Cella, Fiorenza Zanchi - "I chakra, l'universo in noi" - 1996 - Ed. Xenia

·Bessel Van der Kolk - “Il corpo accusa il colpo - Percorsi di cura” - 2014 -

·Marshall Bertram Rosenberg – "Le parole sono finestre oppure muri "– Esserci Edizioni 2003

.Alessia Baretta, Mak Morbe - “Somatic Competence® Yoga: Dalle radici dello yoga allo yoga per l’ipermodernità” - Rivista di Psicologia Psicosomatica - 24 novembre 2018 - nr.35

.https://www.elenadedonato.com/post/yoga-nel-corpo-embodiment-o-disembodiment

.https://www.elenadedonato.com/post/yoga-hsp-way-e-dinamiche-nella-classe-yoga-in-presenza-dell-alta-sensibilità

.https://www.dirime.com/la-sindrome-da-evitamento-estremo-delle-richieste-cosa-ci-insegna-la-neurocezione/

.https://pathologicaldemandavoidanceaprofileofautism.com/2019/06/25/pda-neuroception-the-five-fs/

.https://www.elenadedonato.com/post/yoga-ponte-tra-corpo-e-mente-verso-la-costruzione-di-un-ecosistema-emotivo

.https://www.elenadedonato.com/post/yoga-per-liberare-e-potenziare-il-pensiero-creativo

bottom of page